Ciao
a tutti. Io sono un’appassionata di arti marziali in generale, di judo in
particolare, e vorrei parlarvi un po’ di questa mia grande passione.
Innanzitutto, judo letteralmente tradotto è “via della cedevolezza”, “via
dell’adattamento”. Questo perché praticandolo bisogna imparare a sfruttare le
mosse, lo squilibrio, la posizione dell’avversario per trarne vantaggio. Una
cosa che tengo molto a precisare è che il judo non è calci e pugni come la
stragrande maggioranza delle persone pensa. Purtroppo molto spesso mi capita
che quando alla domanda “Che sport fai?” rispondo “Judo”, chi mi sta davanti
inizi a tirare calci o pugni a caso nel vuoto. Questo forse perché nella mente
di chiunque c’è il collegamento tra arti marziali e calci e pugni, alla mo’ di
karate kid. Ma questo non è assolutamente vero. Il judo è fatto di tecniche
particolari con le quali si riesce ad atterrare l’avversario. Poi anche in
questa disciplina c’è una parte di atemi, cioè colpi (calci e pugni), che però
non sono ammessi in campo agonistico, e non si studiano nemmeno
approfonditamente. Altra cosa che spesso mi chiedono, una volta delusi dal
pensiero di nessun calcio, è “Ma almeno usate le armi, no?”. No, nel judo non si
usano assolutamente armi. Certamente in caso di autodifesa, può capitare di
difendersi da una persona armata sfruttando le conoscenze di questo sport, ma
questo non rientra nello studio di questa disciplina. Giusto per farvi capire,
questo è judo
Questo è tutt’altra cosa
I principi del judo (non voglio annoiarvi con la sua storia, i suoi
principi, da cosa è nato e perché, quindi cercherò di essere più che breve)
sono “prosperità e mutuo benessere” e “miglior impiego dell’energia”. Infatti,
un buon judoka deve imparare a sfruttare al meglio l’energia senza consumarne
se non necessario. Ma soprattutto, quello che ci tengo a sottolineare, è
prosperità e mutuo benessere. Il judo ha molti principi morali, la base di
questa disciplina è il crescere insieme, aiutarsi a vicenda, stare bene l’uno
con l’altro e sviluppare ciò che s’impara in palestra anche nei rapporti di
tutti i giorni con chi ci sta vicino. Questo credo che sia molto importante: questa
disciplina non è nata per attaccare, fare del male, ma è nata appunto per
mantenere il benessere fisico e morale di chi lo pratica. Certo magari vedendo
le immagini sopra sembra un qualcosa di molto violento ma questo non è vero. I
judoka migliori sono quelli che praticano quest’arte per passione e seguendo i
suoi principi, non quelli che lo fanno pensando di diventare il Van Damme della
situazione. Una cosa che bisognerebbe imparare praticando judo è il crescere
insieme. Per esempio io e una ragazza che si allena con me quest’anno abbiamo
seguito il corso per diventare cinture nere, quindi abbiamo studiato molto
insieme e abbiamo fatto tanti allenamenti extra per perfezionare alcune cose:
in questo periodo ci siamo aiutate a vicenda e così, mentre all’inizio nessuna
delle due era in grado di sostenere con successo l’esame, siamo cresciute
insieme, siamo migliorate e abbiamo potuto dare l’esame, con buoni
risultati. Questa penso sia la parte migliore del judo, cosa che aiuta a
migliorare se stessi, i propri rapporti con gli altri e favorisce a far
diventare maturi i praticanti di questa disciplina. Spero di non avervi annoiato
e soprattutto spero che non mi abbiate preso per matta dopo tutti questi
discorsi “filosofici”. Comunque un’ultima cosa che vi voglio dire è di aprirvi
anche a queste idee, non pensare (come molti fanno) che gli unici sport da
praticare siano il calcio o la pallavolo, non pensare che le arti marziali
siano sport quasi esclusivamente maschili. Mi auguro di avervi fatto
comprendere cosa significa fare judo e che magari vi nasca un po’ di curiosità
nei confronti di questo sport.
Carlotta
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