Una conferenza per il futuro
Ultimamente il mondo è troppo distratto dalla crisi economica per preoccuparsi di quella ambientale.
Da almeno 20 anni ci sono stati molti disastri ambientali e lotte per il predominio delle risorse, e contemporaneamente di susseguono conferenze sul clima rese inutili dall’indifferenza di molti Paesi.
Dopo quella di Copenhagen, conclusasi con quasi un nulla di fatto, lunedì 28 novembre è iniziata quella di Durban (Sudafrica).
Durante questro incontro mondiale si dovrà approvare il “Green Climate Fund”, un fondo di 100 miliardi di dollari che da qui al 2020 dovrà aiutare i paesi in via di sviluppo a combattere i cambiamenti climatici dovuti all’ effetto serra.
Gli Stati Uniti, che non hanno mai ratificato il protocollo di Kyoto, non hanno firmato nemmeno questo accordo e con loro l’Arabia Saudita, che anzi vuole più contributi per i paesi produttori di petrolio per la perdita di ricavi dovuti alle misure contro il surriscaldamento globale. Arabia Saudita e USA, manco a dirsi il maggior produttore i il maggior consumatore.
Nel frattempo il costo del carbone diminuisce e viene sempre più utilizzato dalle economie in crisi.
Ci stiamo ripetutamente tirando la zappa sui piedi.
Le multinazionali, le vere grandi elettrici dei governi, puntano al profitto. Greenpeace ha pubblicato un rapporto per Durban: “Who is holding use back?” (chi rema contro?). insomma, chi sono queste multinazionali? “Soltanto negli Stati Uniti, ogni anno si spendono 3,5 miliardi di dollari in attività di lobby a livello federale. Royal Dutch Shell, Edison Elettric Institute; PG&E, Southern Company, ExxonMobile, Chevran, BP e ConocoPhillips sono nella lista dei 20 più grandi lobbisti.
L’ organizzazione non governativa 350.org stima che il 94% dei contributi dell’ US Chamber of Commerci siano stati usati per sostenere candidati che negano l’esistenza dei cambiamenti climatici.
Associazioni di categoria di settori specifici, come l’American Petroleum Istitute, la Canadian Association of Petroleum Producers, l’ Australian Coal Associaton, l’Energy intensive User group in Sud Africa o le associazioni europee dell’ acciaio e della chimica come la Cefic, la Business Europe e l’Eurofer hanno preso apertamente posizione contro le misure per tagliore le emissioni di gas serra e fatto campagne per l’utilizzo indiscriminato di fonti fossili di energia”
Che dite, anche questa sarà l’ennesima conferenza sul clima che verrà ignorata?
Beatrice Salardi
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