La donna è un campo di battaglia. Lo stupro una strategia di guerra
Il territorio del Congo, "scoperto" nel XV secolo dagli europei che ne utilizzano senza scrupoli le ricchezze e riducono in schiavitù milioni di abitanti trasportandoli in America. In una situazione così destabilizzata, di eterno scontro armato, imperversano contrabbando e sfruttamento senza costi delle ricchissime risorse minerarie del territorio. In realtà, per quanto inconcepibile, in Congo da decenni la situazione è tale per cui chi prova ad alzare la testa rischia la vita e mette a repentaglio anche quella dei propri cari.
Ancora oggi numerosi conflitti nel continente africano sono legati all’esistenza di ricche risorse: da un lato le risorse rappresentano la causa primaria, dall’altro lato il commercio illegale ne costituisce la “linfa vitale”, permettendo l’acquisto di armi. Come nella Repubblica Democratica del Congo dove i livelli di sfruttamento, nel campo dell’estrazione dei diamanti , è vertiginoso. In quanto consumatori abbiamo il diritto e il dovere di conoscere la provenienza delle risorse che consumiamo, infatti, non è sbagliato possedere un anello di diamanti o un cellulare in sé, poiché il problema non sono le risorse e il loro utilizzo, bensì le risorse che vengono sfruttate illegalmente. Era il 1985 quando vennero scoperti i primi giacimenti canadesi di diamanti. Oggi i diamanti canadesi sono conosciuti in tutto il mondo non solo per la purezza, ma anche per l’eticità della filiera, infatti la loro provenienza ha una tracciabilità completa.
Mentre però, le donne occidentali comprano diamanti, le donne che dovrebbero usufruire per prime delle risorse del loro territorio, vengono maltrattate e stuprate, poiché gravi violazioni dei diritti umani, come lo stupro e la violenza sessuale, sono diventate ormai endemiche in Congo.
Una vera e propria “crisi umanitaria” in corso sul fronte della violenza sulle donne; un vero e proprio “cancro che si diffonde nel mezzo dell’impunità e del silenzio”, questo dicono molti enti umanitari. Spesso ricorrono a violenze sistematiche, compiute davanti a figli e mariti, un metodo facile, veloce e sicuro per annientare le donne e con loro intere comunità, spaccandole con un’invincibile vergogna. Infatti, le sofferenze inflitte dallo stupro vanno ben oltre il momento dell'aggressione. Molte superstiti portano cicatrici fisiche e psicologiche per il resto della loro vita.
L'UNICEF è a conoscenza che, soltanto nel 2009, circa 18.000 vittime di violenze sessuali in Congo hanno cercato assistenza. Di queste, 11.855 hanno avuto bisogno di cure mediche d’urgenza. È altamente probabile che assai più numerose siano le violenze non denunciate.
Ma per ora domina l’impunità: «Con i militari si può solo segnalare l’esercito di appartenenza», dicono molte donne vittime di violenza, intervistate.
Quando pensiamo di incominciare a fare qualcosa? E per iniziare aspetteremo la completa distruzione dell’Africa e con essa anche il nostro conseguente declino ?
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