Si dice che c'è la crisi, ma cos'è questa crisi?
Beh è un complesso intrecciarsi di fattori, esaminiamoli meglio.
Diciamo che in realtà le crisi sono due: quella del 2008 che ha destabilizzato i mercati finanziari in termini di azioni e obbligazioni e quella del successivo aggravarsi dei debiti sovrani.
La prima seppur poco importante, ha acceso la miccia che ha fatto si che i fragili debiti degli stati cedessero.
Gli stati possono essere paragonati a una famiglia: mentre la famiglia fa debiti con la banca per compare la casa, lo stato fa debito per costruire acquedotti, autostrade, aeroporti, ecc. che poi paga piazzando sul mercato titoli di stato.
Gli stati sono diversi tra loro, non si può certo paragonare la potenza economica della Cina al povero Mozambico; questa differenza si riflette sull'economia degli stati difatti, uno stato come la Cina, potente e con i conti pubblici credibili, è più affidabile di uno stato povero e disastrato, quindi paga interessi più bassi sul suo debito.
Probabilmente i problemi iniziano quando uno stato non è più credibile, come l'Italia, che paga sempre più interessi, tanto che non può più sopportarli e quindi per bilanciare queste imponenti uscite aumenta la tassazione interna per far quadrare il bilancio.
In Italia, dove lo "spread", l'indice di fiducia dello stato viaggia sulle centinaia di punti base per i titoli decennali confrontati agli omologhi tedeschi, e cioè induce a governi tecnici.
Tuttavia siamo in Europa e questo dovrebbe aiutarci, ma non è vero, l'ottuso comportamento nord-europeo ha fatto si che la crisi si espandesse in paesi come Italia, Francia, Grecia, Portogallo, Irlanda e Spagna e adesso ci si trova in contrapposizione di due grandi scuole di pensiero: il rigore alla tedesca o il rilancio della crescita e con essa il ripagamento dei debiti.
Nei prossimi mesi si vedrà come i fatti si svolgeranno e se questi debiti verranno pagati e sopratutto in che modo.
Mattia Manzotti
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